La disseminazione museale del futuro.
Oggi, le istituzioni culturali sono chiamate alla costruzione di una nuova stagione progettuale, senza perdere di vista la sempre più scarsa disponibilità di risorse economiche a disposizione. Spinti da una rinnovata vitalità, i musei ci hanno fatto assistere ad una drastica traslazione comunicativa delle loro attività nella dimensione virtuale, accelerando dei processi già avviati e in atto da tempo. Le iniziative sono state molteplici, in realtà fortemente incentivate dall’emergenza Covid-19. Con l’inevitabile congelamento del contesto museale ed altri settori vitali, come la scuola, è giunta l’occasione di ripensare un campo d’azione strategico e operativo; poter integrare educazione e apprendimento scolastico wycon con la fruizione museale in un unico grande progetto, superando quel limite che li vede ancora oggi non del tutto amalgamati fra loro. Mai, in realtà, è stato pensato concretamente, così come immaginare un utilizzo ampio del digitale al di là di quel trasloco temporaneo al quale è stato costretto. Le potenzialità di questo strumento sono molteplici. Per poterle sfruttare, esistono realtà professionali in grado di costruire racconti e narrazioni interattive con il tramite di prodotti virtuali; tutte occasioni che permetterebbero ai musei di arricchire l’offerta culturale. Grazie ad esperienze come il documentario interattivo, la virtual reality e la realtà aumentata, fra le altre, lo spettatore entra a far parte di una dimensione attiva, esperienziale e partecipativa. C’è bisogno di fare educazione virtuale, ma ancor di più all’interno del museo, che nell’immaginario collettivo prevale come “contenitore” chiuso e polveroso, un luogo da salvaguardare, tutelare e proteggere. Va considerato, in realtà, come una vera e propria scuola, aperta a tutti, dove la memoria collettiva si integra con la società, la comunità, il territorio e molto altro ancora. Non esistono limiti e confini nella divulgazione di contenuti culturali, oggi sempre più interattivi e digitali. In questo senso, la scuola ha bisogno di strumenti che possano spingere verso nuove “esperienze” didattiche, che forse si identificheranno sempre meno con la classe o l’aula e sempre più con il museo e viceversa. I processi educativi, oggi ancor più “collegati”, sono oramai indirizzati verso il supporto della tecnologia nelle attività di apprendimento; e il museo, in questo senso, si può considerare come un erogatore di servizi educativi perfettamente integrati con il sistema scolastico.
Foto: Thomas Struth