Graphic Novel is Dead. Lunga vita alla Graphic Novel
Graphic Novel is Dead è l’ultimo lavoro di uno dei migliori fumettisti italiani: Davide Toffolo. Da poco uscito nelle librerie, Graphic Novel is Dead è un libro autobiografico. L’autore si mette a nudo e racconta in maniera originale il suo essere fumettista e cantante di un gruppo rock, I Tre Allegri Ragazzi Morti, della sua maschera pubblica e dei suoi capelli sempre stati fini, ma mai così radi come oggi. C’è tutto quello che ci deve essere in un’autobiografia, il padre e le donne, l’amore e il sesso, la paternità e gli scoiattoli in frigo.
Una narrazione che procede per blocchi, non lineare, né cronologica, ma piuttosto giocosa, colorata. Graphic Novel is Dead assomiglia ai cubi-gioco per bambini. La puoi comporre o scomporre come vuoi, ma la logica degli incastri come per i cubi è quella, puoi modificare la struttura generale dell’incastro fra i cubi ma le filettature, i vuoti e i pieni sono quelli stabiliti, non modificabili. Allora, procedendo nella lettura, fra Pepito l’ucellino, denti gialli e il luchador El Tofo, lentamente ci addentriamo nell’universo interiore dell’autore. Come lo stesso Toffolo dichiara nell’introduzione che apre il libro, con l’età ha perso i capelli ma acquistato l’ironia che spende tutta in questo libro, e ci riesce. Le risate fuori campo che suggerisce di provare a immaginare alla fine di ogni sequenza, si sentono davvero. E allora l’esistenza prende la forma dell’avventura quotidiana del vivere, dove lo sguardo sulla e dalla provincia è lo sguardo privilegiato per raccontare l’immensa provincia che è il nostro paese.
Graphic Novel is Dead è da leggere anche perché mescola in maniera fluida stili e modalità espressive differenti. C’è l’’irruzione della fotografia, che come sempre da quel senso di realtà impressionante di – è stato questo e testimonio -, vero o no che sia.
Sono presenti le mutazioni del tratto, che caratterizza in maniera differente le sequenze; il colore invece, sempre piatto e pop, varia al variare degli umori. La prosa scarna del disegno di Toffolo, mette in evidenza inoltre il rapporto fra esteriorità dell’immagine e interiorità del discorso verbale. Il contrappunto fra questi due elementi è quello che permette l’innescarsi del meccanismo ironico (ma anche comico), e dell’empatia che proviamo per il personaggio e per le sue emozioni. L’immagine mostra gesti, posture, azioni, vestimenti e travestimenti, ambienti, colori, che sommati insieme, vanno a costruire quell’universo segnico d’istinti e pulsioni che raccontano bene lo stato d’animo del personaggio. Se le emozioni sono presenti nelle immagini, è nel testo verbale che sta il tentativo di contestualizzarle, a volta di acchiapparle, a volte di farne tesoro. Fellini nel libro I Clown riflette fra due aspetti della figura del Clown, le figure del Clown Bianco e dell’Augusto e dice:
“Quando dico: il clown, penso all’augusto. Le due figure sono, infatti, il clown bianco e l’augusto. Il primo è l’eleganza, la grazia, l’armonia, l’intelligenza, la lucidità, che si propongono moralisticamente come le situazioni ideali, le uniche, le divinità indiscutibili. Ecco, quindi, che appare subito l’aspetto negativo della faccenda: perché il clown bianco, in questo modo, diventa la Mamma, il Papa, il Maestro, l’Artista, il Bello, insomma quello che si deve fare. Allora l’augusto, che subirebbe il fascino di queste perfezioni se non fossero ostentate con tanto rigore, si rivolta. Egli vede che le « paillettes » sono splendenti: però la spocchia con cui esse si propongono le rende irraggiungibili. L’augusto, che è il bambino che si caca sotto, si ribella ad una simile perfezione, si ubriaca, si rotola, per terra e anima, perciò, una contestazione perpetua. Questa è, dunque, la lotta tra il culto superbo della ragione (che giunge ad un estetismo proposto con prepotenza) e l’istinto, la libertà dell’istinto.Il clown bianco e l’augusto sono la maestra e il bambino, la madre e il figlio monello; si potrebbe dire, infine: l’angelo con la spada fiammeggiante e il peccatore. Insomma, essi sono due atteggiamenti psicologici dell’uomo: la spinta verso l’alto e la spinta verso il basso, divise, separate.”
In Toffolo il rapporto fra le parole e le immagini sembra proprio essere quello che intercorre fra il clown Bianco e l’Augusto. Così la nuova coppia comica annunciata all’inizio non è solo il cantante dei Tre Allegri Ragazzi morti e l’uccellino Pepito, ma anche loro, le parole e le immagini. In questo splendido equilibrio linguistico dove visivo e verbale si fondono per raccontare una storia autobiografica, troviamo così il compimento di uno splendido, divertente e ironico graphic novel. Forse di un long seller. Sempre che ci interessino i long seller. (Risata fuori campo)