Febbre da Cavallo
« Chi gioca ai cavalli è un misto, un cocktail, un frullato de robba, un minorato, un incosciente, un regazzino, un dritto e un fregnone, un milionario pure se nun c’ha na lira e uno che nun c’ha na lira pure se è milionario. Un fanatico, un credulone, un buciardo, un pollo, è uno che passa sopra a tutto e sotto a tutto, è uno che ‘mpiccia, traffica, imbroglia, more, azzarda, spera, rimore e tutto per poter dire: Ho vinto! E adesso v’ho fregato a tutti e mo’ beccate questa… tié!. Ecco chi è, ecco chi è il giocatore delle corse dei cavalli. »
(Mandrake Arringa in Tribunale)
Il mondo dell’ippica oggi è qualcosa di lontano dal vivere comune, qualcosa che sappiamo che esiste ma che non ne afferriamo la natura, il senso. Parlare d’ippica oggi quindi è parlare di qualcosa che viene da un altro mondo e soprattutto da un altro tempo. Febbre da cavallo, il film di Steno del 1976, racconta di quel tempo. Un tempo dove a scommettere come ricorda Gigi Proietti durante l’intervista a Stracult, erano fra gli altri, anche i camerieri. Magari puntando alle corse la mancia della sera prima, nell’ippodromo di Tor di Valle.
Non vogliamo fare apologie del gioco e della scommessa ma rievocare quell’umanità disgraziata, compressa fra debiti e sogni che incarna una parte dell’Italia di quegli anni e che nel film vive e parla nei personaggi di Mandrake (Gigi Proietti), Er Pomata (Enrico Montesano), Manzotin (Ennio Antonelli), Avvocato De Marchis (Mario Carotenuto), Il Giudice ( Adolfo Celi), Gabriella (Catherine Spaak) e i due cavalli, il brocco Soldatino e la vincente Bernadette.
In omaggio a questo film abbiamo usato il titolo per il workshop di reportage sportivo completamente gratuito e organizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale Factory Athena all’interno della manifestazione Premio Factory Athena per l’Arte Contemporanea, che si svolgerà negli spazi dell’Ippodromo Il Visarno nella splendida cornice del Parco delle Cascine, sabato 14 Giugno 2014.
Buona visione a tutti.
Film integrale in streaming.