Allunaggio agrodolce
Questo articolo di Luciano Bianciardi uscì su ABC, Telebianciardi del 20 febbraio 1966, presente nella raccolta “Il convitato di vetro“, ExCogita edizioni.
Cerchiamo di immaginare come sarebbe stato un telegiornale della fine del secolo deicimoquinto. Dunque, Fornovo: le truppe del generale Gonzaga restano padrone del terreno e Carlo VIII, re di Francia, è costretto a riparare oltralpe. Firenze: larga e commossa partecipazione di popolo ai funerali del granduca Lorenzo de’ Medici, definito dalla stampa “ago della politica italiana”. Molti i messaggi di cordoglio da tutte le capitali europee. Roma: esposta al pubblico La Pietà, gruppo marmoreo dello scultore fiorentino Buonarroti. Lisbona: il nostro corrispondente ci informa che il capitano di mare Cristobal Colon, di nazionalità spagnola, dopo tre mesi di navigazione, avrebbe raggiunto le coste orientali del continente asiatico. Verrebbe in tal modo smentita la geografia ufficiale, secondo la quale l’oceano sarebbe troppo vasto per poterlo traversare coi i mezzi nautici oggi disponibili. Il comandante Colon sarebbe di lontana origine genovese. Nella capitale ligure abbiamo appunto intervistato i signori Colombo, che tuttavia non rammentano di alcun ascendente emigrato in Spagna.
Nessuno, cinquecento anni or sono, avrebbe capito a volo che l’importante notizia era quella data per ultima, e a titolo di pura curiosità. Allo stesso modo, la settimana scorsa, non molti avranno inteso la crisi del terzo governo Moro, la sfilata della moda fiorentina, e addirittura la ripresa dei bombardamenti nel Vietnam diventano quisquiglie, se paragoante all’arrivo delle prime fotografie del suolo lunare. Certo, la notizia a suscitato curiosità, ed entusiasmi del tipo tecnico sportivo, ma non di più. Ormai non è lontano il giorno dello sbarco di un uomo sul satellite: entro il 1970. Alla fine del secolo esisteranno già colonie terrestri, lassù, e anzi sarà già nata una generazione che avrà visto la terra, sì, ma al massimo col telescopio.
Se dall’America ci sono venute tante belle cose, tra cui il tabacco, il pomodoro, la patata e la bomba atomica, che cosa ci verrà dalla Luna? La rivoluzione non sarà solamente politica, ma anche filosofica, teologica e linguistica. Gia se ne avvertono gli effetti, si parla di “allunaggio”, morbido e duro, dolce e amarognolo.
La sonda sovietica è allunata, poi alluneranno gli uomini in tuta spaziale, fonderanno le loro colonie, in grado di vivere, mangiare, bere, dormire, riprodursi.
Favoriti dalla minore attrazione lunare, e dalla mancanza di atmosfera, i fidanzati voleranno tenendosi per mano, al lume della terra.
Le sere d’estate le famigliole prenderanno il fresco sui lunazzi delle loro dimore. Ci saranno fabbriche, negozi, uffici, mezzi di trasporto, confusione, malattie mentali, e perciò anche ospedali e case di cura per terratici. Ci saranno periodi di espansione economica, tutti pretenderanno sempre di più (“ma cosa volete, la Terra?”) e quindi di periodi di ristagno, di recessione e addirittura di crisi. A questi lumi di Terra, brontoleranno i seleniti. Siamo a luna, economicamente parlando, e ci saranno gli scioperi, dei metallurgici, dei ferrovieri e dei lunazzieri. Che fai tu Terra in ciel, dimmi che fai silenziosa Terra, canterà il poeta. E non si conteranno le canzoni ispirate al lontano pianeta. Terra marinara, Terra rossa, Ho appuntamento sulla Terra, Verde Terra, Earth-Light and the showdown, e così via discorrendo.
Ma sono, come si vede, discorsi approssimativi e abbastanza ovvii. Forse torneremo un’altra volta, sugli aspetti più seri e più gravi del problema. Per oggi contentiamoci di quattro chiacchiere, così alla buona. Quattro chiacchiere, diciamo pure, terra terra. Anzi, luna luna.