Saluti da Cinisello
Questo pezzo è uscito in forma ridotta su la Repubblica. (Fonte immagine)
Piazza Affari a Zingonia, via Traversi a Quarto Oggiaro, viale della Stazione a Gattinara, via Roma a Ciriè e ancora la centrale termoelettrica di San Giovanni Valdarno, un camping di Lido Cavallino, gli hotel di via Padova a Jesolo e una casa di riposo a Mombaruzzo: se si volesse descrivere un’identità nazionale attraverso i luoghi si opporrebbe una certa resistenza all’ipotesi di individuare nei centri appena citati, e nella tipologia di costruzioni prese in considerazione, qualcosa di utile. Perché – ce lo chiarisce qualsiasi espositore di cartoline – l’immagine nazionale si compone connettendo il Colosseo alla Torre di Pisa, Rialto al Duomo di Milano, il Maschio Angioino alla Mole. Eppure c’è stato un tempo – tra la fine degli anni ’50 e i ’70 – in cui tutt’intorno al Monumento che unifica (e semplifica) la Memoria c’era una corolla di luoghi ulteriori, minimi e in teoria irrilevanti, periferie che desiderando almeno per una volta percepirsi come centro presero a comparire esattamente in quei rettangoli di cartoncino in cui fino ad allora figuravano soltanto gli emblemi dell’Arte e della Storia.